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martedì 23 febbraio 2010

STORiE E ORiGNi DEL PERù

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Periodo preceramico
La scoperta di fossili umani nelle americhe è abbastanza recente; quelli più antichi, scoperti in Brasile nel 1986, sono datati a 32.000 anni fa e riguardano solo l'Homo sapiens sapiens senza alcun riscontro di resti di altri ominidi nel nuovo continente.Dagli studi fatti risulta che i primi abitanti del Perù erano cacciatori nomadi con una scarsa vita di relazione comunitaria. Perlopiù vivevano nelle grotte, come in quella di Pikimachay nella regione di Ayacucho, dove sono stati ritrovati resti umani risalenti a 14.000 anni fa. Da graffiti, come quelli di Lauricocha (vicino a Huánuco) e di Toquepala (presso Tacna) e fossili ritrovati è risultato che gli animali cacciati erano la tigre dai denti a sciabola, il bradipo gigante o il mastodonte, oggi estinti; inoltre il cervo, il guanaco, la vigogna e il lama.I primi abitanti peruviani, fino al 4.000 a.C. circa, sapevano accendere il fuoco, indossavano pelli di animali, ricavando utensili ed armi rudimentali da ossa e da pietre. Dopo questa data si hanno i primi segni dell'introduzione di una rudimentale l'agricoltura e l'addomesticamento degli animali (alpaca, lama e porcellino d'India). Lungo la costa sorsero alcuni insediamenti, con la popolazione dedita all'agricoltura e alla pesca. Dagli scavi archeologici si è appreso che la pesca veniva praticata con reti o ami di osso, talvolta su zattere, mentre i raccoglitori sulla riva cercavano granchi e altri crostacei, ricci di mare e uova di uccelli; venivano cacciate anche le otarie. L'agricoltura, invece, si basava su cotone, fagioli, peperoncini, zucche e, verso il 1400 a.C., si iniziò a coltivare il mais.Non sono stati trovati reperti in ceramica o formati da metalli, ma solo oggetti ornamentali in osso e conchiglie.Gli antichi peruviani dedicavano molto tempo per la costruzione di edifici sedi di cerimonie religiose. L'esempio più antico rimasto (datato intorno al 4000 a.C.) è una piattaforma sollevata affacciata sull'oceano Pacifico nella valle di Supe, nei pressi di Barranca, che era usata come luogo di sepoltura. Dello stesso periodo è la zona archeologica di Kotosh vicino a Huánuco, che suscita ancora numerosi interrogativi tra gli archeologi; si tratta delle le più antiche rovine rinvenute sugli altipiani peruviani
Lo sviluppo delle civiltà pre-incaiche
Grazie agli scavi effettuati nella valle di Virú e nell'area di Guañape (a 50 km a sud di Trujillo) si sono potute avere notizie riguardo la vita della popolazione tra il 2000 e il 1000 a.C. Si hanno i primi riferimenti della lavorazione della ceramica, ma si segnalano anche notevoli progressi per quel che riguarda la pesca, la tessitura e l'agricoltura (verso la fine di questo periodo iniziano le coltivazioni sui terrazzamenti dell'altopiano con l'introduzione dell'irrigazione). Dello stesso periodo sono i grandi templi scoperti nella valle del fiume Rímac, sopra Lima, e in altre località della costa.
Dal (1000 a.C. al 600)
Chavín de Huantar è uno dei luoghi più importanti, dal punto di vista religioso, politico e commerciale; localizzato a più di 3.000 metri di altezza sulla Cordillera Blanca (40 km a est di Huaraz), ha dato origine alla civiltà Chavín. Il particolare che contraddistingueva questa popolazione era il mito e il culto del felino antropomorfo (un essere con caratteristiche proprie del giaguaro, dell'uomo, dell'uccello, e del serpente).
Intorno al 300 a.C., senza nessun motivo apparente, inizia il declino dello stile Chavín, al quale seguono cinque secoli percorsi da diverse culture locali; le più note sono quella di
Salinar nella valle di Chicama vicino a Trujillo e quella della necropoli di Paracas a sud di Lima.
Lo sviluppo tecnologico di ceramica, lavorazione dei metalli e tessitura fu raggiunto tra il
100 e il 700 d.C., durante quello che un tempo veniva chiamato il periodo classico o fiorente. In particolare sono note due civiltà dell'epoca, per l’eccezionalità dei loro prodotti: i Moche, che abitavano intorno a Trujillo e producevano ceramiche facendo uso di stampi, e i Nazca, i cui insediamenti sono stati ritrovati lungo la costa meridionale e a cui si deve l'introduzione di tecniche policrome. Entrambe le popolazioni erano solite raffigurare scene della loro vita quotidiana con disegni complessi ma dettagliati. I Moche costruivano grandi tumuli sormontate da piattaforme (piramidi), come i Templi del Sole e della Luna, eretti vicino a Trujillo e a Sipán nei pressi di Chiclayo. I Nazca si dedicavano alla creazione nel deserto di giganteschi disegni, conosciuti come Linee di Nazca, create rimuovendo la parte superficiale del terreno, creando così un contrasto di colore, visibile solo da una posizione elevata.

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L'invasione spagnola (1520 - 1534)

Gli spagnoli avevano conquistato progressivamente i Caraibi e le regioni occupate dagli Aztechi (Messico) e dai Maya (America centrale), iniziando quindi l'esplorazione dell'America meridionale.Già nel 1515 a Panama, presso gli spagnoli, non si parlava d'altro di una terra ricca d'oro.Nel 1508 una nave mandata in ricognizione in Brasile era venuta a conoscenza che all'interno del paese viveva un ricco popolo con le armature coperte d'oro. Probabilmente questi portoghesi erano venuti in contatto con la tribù dei Cario (che occupavano la parte meridionale del Brasile) e che erano in rapporti commerciali con gli inca.Nel 1526 Sebastiano Caboto (figlio del famoso navigatore), avendo sentito parlare delle favolose ricchezze del Pirù (o Birù come era allora anche chiamato) cominciò a risalire il Rio della Plata alla ricerca di oro e argento. Ma il suo viaggio fallì miseramente e dopo lunga permanenza nei pressi dell'odierna Santa Fe, fu obbligato a rientrare in spagna.Tra il 1521 ed il 1525 Alejo Garcia risalì il fiume Paraguay e continuò via terra arrivando fino ai confini est dell'impero inca (dopo aver assoldato al proprio servizio anche indiani Guaranì). Fece delle razzie e ritornò con un ricco bottino.Ma il mito del El Dorado doveva spingere altri avventurieri. Nel 1535 Pedro de Mendoza risaliva il Rio della Plata alla ricerca di una terra ricchissima sopportando incredibili disavventure e fallimenti. In realtà cercava una terra già scoperta.
Il Perù venne visitato da
Pascual de Andagoya nel 1522 e nel 1524 Francisco Pizarro ne raggiunse le coste in navigazione nell'Oceano Pacifico. In una seconda spedizione (1526-1528) si spinse nuovamente a sud fino a Rio Santa e scoprì la prosperità delle popolazioni Inca che abitavano il territorio, riportandone oro, lama e alcuni indigeni.
Tornato in
Spagna, Pizarro ottenne dal re Carlo I aiuti e la nomina a viceré e governatore delle terre che avesse conquistato, e intraprese nel 1530 una terza spedizione insieme a Diego de Almagro, muovendosi per mare da Panamá con tre navi fino alle coste dell'Ecuador. Si spinse quindi via terra fino in Perù, dove giunse nel 1532 dopo aver superato con una faticosa marcia le Ande.Il Perù era allora in preda ad una guerra civile tra il figlio prediletto del re Huayna Capac, Atahualpa ed il fratellastro Huascar. Atahualpa dopo una battaglia vinta contro il fratellastro si trovava a Cajamarca. Il 15 novembre 1532 Pizarro arrivò a Cajamarca. Il giorno dopo catturò con l'inganno l'ultimo imperatore, Atahualpa, che nonostante la straordinaria quantità di oggetti d'oro provenienti da tutto l'impero offerti per il riscatto,fu catturato. Egli venne ucciso nell'agosto del 1533. La capitale inca, Cuzco, venne distrutta nel successivo novembre e le popolazioni indigene vennero massacrate.
Il perché Atahualpa permise agli spagnoli di entrare nel suo territorio, senza opporre alcuna resistenza e perché cadde così facilmente è ancora un mistero. Ricordiamo come gli spagnoli fossero 162 e gli inca circa 500 volte di più (nella
battaglia di Cajamarca) Tra le ipotesi:- l'impero era in crisi ed era diviso da una guerra civile, scoppiata dopo una terribile epidemia di vaiolo che era giunto in America centrale e sud America con gli spagnoli 30 anni prima. La stessa epidemia aveva praticamente distrutto la corte di Huayna Capac.- gli spagnoli erano dotati di cavalli che gli inca non conoscevano.- gli spagnoli erano dotati di lance, spade e pugnali in acciaio, gli inca avevano solo bastoni, mazze ed asce fatte di pietra.- l'effetto psicologico di solo 12 archibugi degli spagnoli può aver contribuito.- Il fatto che gli spagnoli montassero dei cavalli, illuse gli Inca che fossero Dèi scesi dal cielo, e quindi amici.

Il Perù coloniale (1535 - 1800)

Nel 1535 la capitale della nuova colonia venne spostata da Cuzco, situata troppo all'interno, nella nuova città di Lima, fondata sul mare per favorire i collegamenti con la madrepatria spagnola.
Nel
1536, l'imperatore Manco Inca Yupanqui (conosciuto anche come Manco Cápac II), giunse quasi alla riconquista di Cuzco, ma fu in seguito sconfitto e ucciso a Vilcabamba, dove si era ritirato, nel 1544.
Si aprirono contese anche tra gli stessi Diego de Almagro e Francisco Pizarro, entrambi morti assassinati (Almagro nel
1538 e Pizarro nel 1541). Nel 1542 venne ufficialmente istituito il vicereame del Perù, che ebbe come viceré prima Blasco Núñez Vela e quindi Pedro de la Gasca, i quali domarono le rivalità interne.
Il vicereame venne consolidato con i
viceré Andrés Hurtado de Mendoza e Francisco de Toledo, ma la resistenza incaica contro gli occupanti venne definitivamente domata, tuttavia, solo con la sconfitta e uccisione di Túpac Amaru, nel 1572.
Nei secoli successivi la colonia si sviluppò in assenza di particolari conflitti e, mentre Cuzco decadeva, nonostante la presenza della scuola d'arte della Escuela Cuzqueña, Lima accresceva la propria prosperità, divenendo la città più importante della regione
andina.
Nel
1781 gli indigeni, costretti al lavoro in miniera si ribellarono sotto la guida di José Gabriel Condorcanqui, che prese il nome di Túpac Amaru II, ma la rivolta venne soffocata con il massacro di oltre 80.000 indigeni.

SiTUAZiONE ECONOMiCA

Nel 2002 il prodotto interno lordo del Perù ammontava a 56.517 milioni di dollari USA, pari a un PIL pro capite di 2.110 dollari. Nel 2002, il tasso di disoccupazione era dell’8,7%. Nonostante i settori minerario e ittico abbiano registrato un forte incremento, l’agricoltura rappresenta la principale risorsa economica del paese.
AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO

Image and video hosting by TinyPicSolo il 3,3% della superficie territoriale viene coltivato e la percentuale della popolazione attiva impiegata nel settore agricolo è pari al 9% (2001). Il raccolto prodotto nelle aree costiere è prevalentemente destinato all'esportazione, mentre nell'interno si pratica sostanzialmente un'agricoltura di sussistenza. Le coltivazioni principali includono canna da zucchero, mais, patate, riso, cotone, caffè, orzo, agrumi e frutta tropicale. Il Perù è inoltre produttore di coca. Molto importante è l'allevamento, soprattutto bovino, ovino e caprino. Lama, pecore e alpaca forniscono, oltre alla lana, cuoio e pellami. Agricoltura e allevamento forniscono il 7,9% del PIL (2002).

RISORSE FORESTALI E PESCA
Le foreste, che coprono il 51% (2000) della superficie del paese, sono suscettibili di maggior sfruttamento. I principali prodotti forestali, oltre al cedro, al mogano, al palissandro e al caucciù, annoverano una notevole varietà di piante
Albero della China
medicinali, tra le quali la più nota è sicuramente la china (Chinchona officinalis), da cui si ricava il chinino. Il settore ittico rappresenta una delle maggiori ricchezze del paese e costituisce una delle voci più significative dell'esportazione peruviana.
RISORSE ENERGETICHE E MINERARIE
Le risorse estrattive hanno un grande rilievo nel quadro economico peruviano e in particolar modo il settore minerario è uno dei pilastri dell’economia nazionale. Il primo posto spetta al rame, seguito dall'argento, dal piombo e dal ferro. Di rilievo anche i giacimenti d'oro, mentre in progressivo aumento sono la produzione di petrolio e gas naturale. Tutt’altro che trascurabile l’estrazione dal sottosuolo di molibdeno, bismuto, mercurio, antimonio e stagno. L'elevato potenziale energetico è generato soprattutto da impianti idroelettrici.

INDUSTRIA
Le attività principali sono rappresentate dalle industrie metallurgica, tessile (soprattutto cotoniera) e alimentare. Di rilievo le attività di raffinazione e lavorazione dei minerali, l’industria chimica e petrolchimica, mentre la meccanica è limitata all'assemblaggio degli autoveicoli d'importazione. Gran parte del settore manifatturiero è costituito da piccole imprese, tuttavia a partire dagli anni Cinquanta del XX secolo sulla fascia costiera sono sorti moderni e attrezzati impianti industriali. Gran parte delle industrie è concentrata attorno alla capitale e alla vicina Callao. Il 18% della popolazione attiva è impiegato nel comparto industriale, che fornisce il 27,8% del PIL (2002).

RiSORSE PERUViANE E iNDUSTRiE

Image and video hosting by TinyPicLe risorse estrattive hanno un grande rilievo nel quadro economico peruviano e in particolar modo il settore minerario è uno dei pilastri dell’economia nazionale. Il primo posto spetta al rame, seguito dall’argento, dal piombo e dal ferro. Di rilievo anche i giacimenti d’oro, mentre in progressivo aumento sono la produzione di petrolio e gas naturale. Tutt’altro che trascurabile l’estrazione dal sottosuolo di molibdeno, bismuto, mercurio, antimonio e stagno. L’elevato potenziale energetico è generato soprattutto da impianti idroelettrici.
Le attività principali sono rappresentate dalle industrie metallurgica, tessile (soprattutto cotoniera) e alimentare. Di rilievo le attività di raffinazione e lavorazione dei minerali, l’industria chimica e petrolchimica, mentre la meccanica è limitata all’assemblaggio degli autoveicoli d’importazione. Gran parte del settore manifatturiero è costituito da piccole imprese, tuttavia a partire dagli anni Cinquanta del XX secolo sulla fascia costiera sono sorti moderni e attrezzati impianti industriali. Gran parte delle industrie è concentrata attorno alla capitale e alla vicina Callao. Il 24% della popolazione attiva è impiegato nel comparto industriale, che fornisce il 37,9% del PIL (2006).
Le esportazioni, assai diversificate rispetto alla maggior parte di quelle degli altri paesi dell’America del Sud, includono caffè, cotone, farina di pesce, zucchero, petrolio grezzo, rame, zinco, argento e minerali ferrosi. Tra le importazioni prevalgono apparecchiature elettriche ed elettroniche, componenti meccanici, nonché prodotti chimici e alimentari. Nel 2004 il valore totale delle esportazioni fu di 12.435 milioni di $ USA, a fronte di importazioni Image and video hosting by TinyPicper 10.101 milioni di $ USA. I principali partner commerciali sono Stati Uniti, Giappone, Germania, Belgio, Argentina e Brasile. L’unità monetaria del paese è il nuevo sol, suddiviso in 100 céntimos, emesso e controllato dal Banco Central de Reserva del Perù.

TRASPORTi E ViE Di COMUNiCAZiONE
Benché il sistema dei trasporti – automobilistico, ferroviario e aereo – abbia ricevuto un deciso impulso a partire dalla metà del XX secolo, la particolare conformazione del territorio peruviano non ha facilitato lo sviluppo delle comunicazioni. Nel 2004 il paese poteva contare su una rete stradale di 78.829 km, di cui il 14% asfaltato. L’arteria principale è costituita da un tratto dell’autostrada Panamericana che, correndo lungo la costa, attraversa il paese dall’Ecuador al Cile e copre una lunghezza di 2.495 km; l’autostrada Transandina collega invece Lima e Pucallpa. Il sistema ferroviario si sviluppa per 2.177 km; la linea Lima-Huancayo, che si inerpica fino a 4.815 m d’altitudine, è considerata la strada ferrata più elevata del mondo. Il trasporto fluviale è largamente praticato. La via d’acqua interna più importante è il Rio delle Amazzoni, navigabile da Iquitos fino all’oceano Atlantico. I principali porti fluviali sono Iquitos e Pucallpa. Navigabile è anche il lago Titicaca, dove è attivo un servizio di battelli. Principali porti marittimi sono quelli di Callao, Chimbote, Pacasmayo, Paita e San Juan. L’Aeroperú, che garantisce voli interni e internazionali, è la compagnia di bandiera; gli aeroporti principali hanno sede presso Lima, Cuzco, Piura, Iquitos e Arequipa

ENERGiA : L'iTALiA COLLABORA iN CiLE E iL pERù ALLO SViLUPPO DELLE FONTi GEOMETRiCHE

L’energia rinnovabile, in particolare geotermica, costituisce un’opportunità’ per lo sviluppo economico in America Latina e nei Caraibi e per le imprese italiane. La Cepal, Commissione economica per l’America Latina e Caraibi, con il sostegno dell’Italia, sta realizzando diversi progetti che riguardano lo sviluppo dell’energia geotermica in Cile e in Perù. Per fare il punto della situazione la stessa Cepal, insieme con il governo cileno e con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia a Santiago, ha organizzato la "settimana della Geotermia" con due momenti significativi: una conferenza internazionale dove si e’ discusso della situazione e le prospettive per lo sviluppo dell’energia geotermica in America Latina e nei Caraibi, svoltasi a Santiago del Cile; ed un altro evento che si è svolto a Lima, in Peru’, il 4-5 dicembre, e si è concentrato sul potenziale di sviluppo dell’energia geotermica in quel Paese. Proprio a Lima sta per concludersi l’ultima fase del progetto ‘’Fonti energetiche rinnovabili per la produzione endogena di sviluppo dei paesi della zona andina e dei Caraibi’’ attuato dalla Divisione delle risorse naturali e le infrastrutture della Cepal, con un finanziamento del governo italiano.
Ad inaugurare la ‘’settimana della Geotermia’’ e’ stato Paolo Casardi, ambasciatore d’Italia in Cile che ha assicurato il sostegno del governo italiano, attraverso la Cooperazione allo sviluppo, ai progetti in materia di energia geotermica. Un settore- ha sottolineato l’Ambasciatore – in cui l’Italia ha un’esperienza di oltre un centinaio di anni, come dimostra il fatto che l’energia geotermica viene utilizzata per produrre un quarto di tutta l’energia consumata dalla Regione Toscana. In occasione della Conferenza internazionale, alla quale ha partecipato il Presidente di Enel-America Latina, l’Ambasciata italiana in Cile ha redatto una pubblicazione sull’esperienza storica italiana nell’uso dell’energia geotermica: la pubblicazione e’ stata data in dono ai numerosi partecipanti alla conferenza.

Condor Pasa